Richiedi / Buy
Audio tape - Produzione musikAtelier, 1988

"...mostrare quanto per il non vedente sia indispensabile stringere l'alleanza tra percezione e immaginazione, nello sforzo di cogliere il reale".

Ascoltare "Vedere" di G. Battista Zotti
di Fabrizio Simoneschi

E' difficile parlare di quest'opera elettronica del compositore bresciano G. B. Zotti, forse non si dovrebbe nemmeno parlarne, perché la simbologia musicale dell'autore è riuscita a esplorare e innalzare i limiti di comunicabilità, rendendo inutili le recensioni abitudinali.
Divisa in sette brani, l'opera ci giunge sin dai primi eventi di "Sottolineando" come una specie di cassaforte dalle mille porte. Ad ogni porta si crede di trovare qualcosa, ma bisogna realmente scoprire tutte le combinazioni per riuscire a "vedere" il mondo cristallizzato, ma in antitesi, mobile anzi velocissimo di G. B. Zotti.
Quello che potrà stupire l'ascoltatore più attento è l'assimilazione da parte dell'autore di linguaggi e tecniche compositive che nella loro diversità trovano la base per raggiungere una vera novità sonora. Mai il rigore era sembrato così aleatorio.
Nella musica di G. B. Zotti tutto è scritto secondo una logica e un rigore pitagorico anche se guidato da una carica emotiva devastante. Ed è nei momenti più drammatici come in quelli "divertenti" che tirerei una retta di congiunzione tra la musica di Zotti e la musica del grande compositore e direttore d'orchestra Bruno Maderna.
Ovviamente i mezzi sono diversi, ma sono convinto che "Tangente" e "Punti" sarebbero piaciuti al maestro veneto. "Punti", che nella sua complessa alternanza armonica ed inarmonica riesce a costruire un discorso ripetitivo ma informale nelle sonorità elettroniche trasformandosi, ed è qui la novità, sempre nello stesso modello.
Una trasformazione statica, priva di misticismo elettronico e quasi trasparente.
Ad aprire la seconda parte si presenta "Il poeta è un operaio", su testo del poeta russo Majakovskij. A presicindere dal testo che, apertamente politico, rischia di sommergere le nostre considerazioni musicali, dirò senza esitazioniche ci troviamo di fronte a un capolavoro. L'uso della voce crea ritmiche di velocità incostante sopra altri ritmi musicali lenti ed ossessivi, quasi a delineare una trist e inesorabile ironia. Ciò che è politico, in questo pezzo come negli altri, è inevitabilmente sociale.
Zotti è un tragico e lucido osservatore di contemporaneità. Non tragico nella sua essenza, che è oserei dire l'opposto, ma tragico nella sua esposizione fedele e appassionata dei fatti.
Che cos'è aleatorio?
Che cosa non lo è?
In "Casualità", il sesto pezzo i questa raccolta, il dubbio è forte. Come può una musica casuale essere così vera, soggettiva e "melodica?" Per l'ascoltatore le soluzioni sono due: o  l'autore ci ha ingannato, dandoci ironicamente una composizione rigorosa nascosta dietro un titolo casuale, oppure, sempre ironicamente, vuole dimostrarci come è facile rompere le barriere in musica, e regalare alle istituzioni una singolare "batosta" che innalza l'inventiva al di sopra di tutto. Soprattutto del bene e del male. Senza voler citare nessun filosofo, ma per dimostrare che a conti fatti la gente parla troppo intorno a fatti che si commentano da soli.
Dedichiamo "Casualità" agli accademici, agli operatori culturali, agli studenti corporativi.
Dedichiamo a tutti gli altri "Esplosione".